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Gennaio

Dopo le numerose indulgenze di dicembre, gennaio può essere il momento ideale per
dare l’avvio alla nostra disintossicazione.

A9RE0C

Ma il fatto che sia un periodo intenso dell’anno, fa freddo fuori ed è buio per la maggior
parte del giorno, una dieta di frullati e insalate è piuttosto sgradevole e quasi insostenibile.
Quindi la nostra disintossicazione di cinque giorni è una colazione calda e accogliente,
cene calde e abbondanti, e pranzi veloci e semplici.

Aderiamo alle regole base di eliminazione del programma Clean-dieta: no caffeina, alcool,
glutine, zucchero bianco, oli e burri trattati (ad es. Margarina), oli vegetali (ad es. Colza e
mais), mais, crostacei, carne rossa, latticini, ma abbiamo incluso uova per fornire un po’ di
proteine in più.

Prenditi il tuo tempo per preparare una gustosa colazione e una gustosa cena. Cena
almeno 3 ore prima di coricarti.
Sorseggia una tisana digestiva subito dopo il pranzo leggero e una tisana rilassante la sera.

Ecco alcune ricette:

Appena svegli
Un bicchiere abbondante di acqua tiepida con un limone spremuto

Per la colazione
preparare:
1 mela di Fuji, e una carota e tagliate a pezzetti
½ bicchiere d’acqua
1 cucchiaino di zucchero di cocco
¼ di cucchiaino di cannella in polvere
½ tazza di fiocchi di avena
2 cucchiai di noci tritate tostate

1. Unire la mela a cubetti, l’acqua, lo zucchero di cocco, la cannella in una
piccola casseruola a fuoco medio. Portare il composto a ebollizione, abbassare il fuoco al
minimo, coprire e far sobbollire per 5 minuti.

2. Aggiungere l’avena,  ½ tazza d’acqua e fate sobbollire a fuoco basso,
mescolando spesso, per 10 minuti. Aggiungi più acqua o un po ‘di latte di mandorle se ti
piace una consistenza leggermente più lunga.

3. Trasferire in una ciotola e aggiungere le noci tritate tostate, un pizzico di zucchero di
cocco e un pizzico di cannella.

Alcuni spunti per la cena
I ceci sono un’ottima alternativa proteica da alternare alle uova.

A9RE0E

Insalata nizzarda detox
non ti mancheranno le patate quando avrai del cremoso avocado nel mix.

preparare
per l’insalata di tonno:

1 scalogno piccolo, tritato
1 cucchiaio di capperi
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 barattolo di tonno di buona qualità confezionato in olio d’oliva
2 cucchiai di succo di limone

per il condimento:

1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 cucchiai di succo di limone
4 cucchiai di olio d’oliva
½ cucchiaino di sale
½ cucchiaino di pepe nero

per l’insalata:

1 tazza di foglie di rucola
1 tazza di foglie di radicchio affettate finemente
½ tazza di fagioli verdi, sbollentati
1 piccolo avocado, affettato sottilmente
2 uova bollite da 8 minuti, aperte
2-4 cucchiai di olive nere affumicate snocciolate (o le tue olive preferite)

1. Unire lo scalogno, i capperi, il prezzemolo e il tonno con il succo di limone e una
spruzzata di olio saporito dalla scatola di tonno. Accantonare.

2. Per preparare il condimento, mescolare tutti gli ingredienti in una piccola ciotola.

3. Per assemblare, mescolare la rucola, il radicchio e i fagiolini con metà della miscela di
tonno. Disporre l’avocado, le olive e l’uovo sodo sopra e finire con l’insalata di tonno
rimanente.

A9RE10

Tacchino e peperoncino dolce

Considerando quanto sia facile, questa ricetta offre davvero sapore. Lo faremmo anche se
non stessimo disintossicando! Può sembrare un sacco di spezie, ma in assenza di
peperoni freschi e pomodori, questo soffritto dà al peperoncino la sua profondità.

Per 4-6 persone
3 cucchiai di olio d’oliva
1 cipolla gialla grande, tagliata a dadini
4 spicchi d’aglio, tritati
½ peperoncino tritato
1 cucchiaino di peperoncino in polvere
1 cucchiaino di cumino macinato
2 cucchiaini di paprika dolce
½ cucchiaino di pepe di Cayenna
1 cucchiaio di sale

Tacchino macinato o tofu sbriciolato
2 patate dolci di media grandezza, sbucciate e tagliate a cubetti
1 litro di brodo vegetale
1 confezione di fagioli neri, scolati e sciacquati
1 confezione di fagioli pinto borlotti, scolati e sciacquati
avocado, coriandolo e scalogno affettato per servire
1. In una padella pesante, riscaldare l’olio d’oliva a fuoco medio.
2. Aggiungere la cipolla, l’aglio, il peperoncino serrano, il peperoncino in polvere, il cumino,
la paprika, il pepe di Caienna e il sale. Cuocere fino a quando è fragrante, circa 15-20
minuti.
3. Aggiungere il tacchino macinato o il tufo e cuocere fino a quando non si sbriciola. Aggiungere le
patate dolci e il brodo vegetale e portare a ebollizione, quindi coprire e lasciare cuocere
per altri 20 minuti
Aggiustare con sale e spezie e guarnire con avocado, coriandolo e scalogna.

Cavoletti di Bruxelles arrosto con noci e limone
preparare 500g di Cavoletti di Bruxelles, gambo tagliato e tagliato a metà
Olio d’oliva
Sale grosso e pepe macinato fresco
2 cucchiaini di succo di limone appena spremuto
½ tazza di noci, tostate, tritate grossolanamente

1. Preriscaldare il forno a 190°
2. Disponi nel forno i cavoletti di Bruxelles con olio d’oliva sale e pepe. Cuocere per circa
15-20 minuti fino a quando diventa marrone croccante
3. Quando è pronto aggiungi il limone e le noci   quindi

Buon Appetito

Silvana

Meditazione: niente di sensazionale

C’è il vento, il fruscio delle foglie, la luminosità della stanza, il respiro, il colore del pavimento di legno, il respiro, le mani immobili, il battito del cuore. C’è la saliva che si raccoglie in bocca, e poi il movimento per inghiottirla. Che cos’è che rende tanto difficile essere in contatto con ciò che è reale, con ciò che è veramente qui, in questo momento, per quanto poco sensazionale possa essere?

È questo uno dei nostri problemi. Il fatto che per essere in contatto con la realtà ci aspettiamo qualcosa di sensazionale, qualcosa di fuori dell’ordinario.

E così evitiamo di stare con i piedi per terra, poggiati sul suolo più ordinario che si possa immaginare, un sentiero fangoso, un pavimento di legno, un tappeto.

Ieri sera, in una delle stanze dove ci raduniamo per gli incontri, c’era una lampada su un tavolo e, proprio sotto, una piantina con le foglie di un verde intenso come tante piccole lingue sporgenti dal vaso, e qualche fiore rosso, così rosso che più non si può, con dentro dei pallini gialli. Semplicemente questo. Riusciamo a vederlo e a non aspettarci che ci serva a qualcosa? Riusciamo a vederlo semplicemente, ad ascoltarlo, a sentirlo completamente?

E insieme, c’è il respiro, il suono del vento, il ticchettio dell’orologio, e il battito del cuore. È possibile che sia presente anche un senso di incertezza o di calma. L’intero universo è presente, la meraviglia dell’universo, non il concetto di universo. Semplicemente l’aria, il suolo, il cielo, la notte, le stelle e le luci di Springwater.

Toni Parker

Il processo depurativo per la primavera

Il limone, è un vero e proprio alimento-medicina che, utilizzato nel modo giusto, vi consentirà di fare un bel passo avanti sulla strada del benessere.

Il limone possiede numerose altre proprietà benefiche: è battericida e antisettico, antireumatico e antiurico, diuretico e dimagrante, antiemorragico, antidiarroico e antisclerotico, ipotensivo ed epatoprotettore. Il succo di limone si rivela prezioso in tutte le infezioni (respiratorie, urinarie, vaginali, ecc.), in tutte le patologie che colpiscono le articolazioni (come, ad esempio, le artriti, le artrosi e la gotta), nelle ritenzioni idriche, nel sovrappeso e nell’obesità, nella fragilità capillare e nella tendenza alle emorragie, nel diabete e nell’arteriosclerosi, nell’ipertensione arteriosa, nelle manifestazioni cutanee come gli eczemi, l’acne e la seborrhea.

Nessuna meraviglia, dunque, che un frutto dotato di grandi potenzialità riequilibranti e preventive sia diventato il fulcro di rilevanti pratiche igieniche definite come “cura del limone”.

La cura consiste nel bere ogni mattina, rigorosamente a digiuno, la spremuta di unl imone puro,  diluito in acqua. Aspettare almeno 30 minuti prima di fare colazione o assumere altre bevande o cibi.
Ogni giorno si aumenterà progressivamente la dose di un limone fino al metà della cura.
Raggiunta la dose di 7 limoni, si comincerà a diminuire la dose giornaliera progressivamente di un limone al giorno.

Cura depurativa leggera:

Calendario da 1 fino a 7 limoni al giorno per 21 giorni

(compresi 6 giorni di mantenimento)

1° giorno: il succo di 1 limone

2° giorno: il succo di 2 limoni

3° giorno: il succo di 3 limoni

4° giorno: il succo di 4 limoni

5° giorno: il succo di 5 limoni

6° giorno: il succo di 6 limoni

7° giorno: il succo di 7 limoni

8° giorno: il succo di 7 limoni

9° giorno: il succo di 6 limoni

10° giorno: il succo di 5 limoni

11° giorno: il succo di 4 limoni

12° giorno: il succo di 3 limoni

13° giorno: il succo di 2 limoni

14° giorno: il succo di 1 limone

Mantenimento (5 giorni)

15° giorno: il succo di 1 limone

16° giorno: il succo di 1 limone

17° giorno: il succo di 1 limone

18° giorno: il succo di 1 limone

29° giorno: il succo di 1 limone

20° giorno: il succo di 1 limone

Cura depurativa completa :

(compresi 6 giorni di mantenimento)

1° giorno: il succo di 1 limone

2° giorno: il succo di 1 limoni

3° giorno: il succo di 1 limoni

4° giorno: il succo di 2 limoni

5° giorno: il succo di 2 limoni

6° giorno: il succo di 2 limoni

ecc. Fino a 7 limoni per 3 giorni

poi 6 limoni per 3 giorni e così via fino a 1 limone

per una settimana come mantenimento.

Non spaventatevi per le quantità e soprattutto non preoccupatevi per il vostro stomaco!

Ricordatevi sempre che, contrariamente a quanto in genere si è soliti pensare, il limone è un naturale antiacido gastrico.

TISANA DEPURATIVA

1° TISANA

TARASSACO           30g

CARDO MARIANO    30g

CARCIOFO              20g

BARDANA               20g

FINOCCHIO             20g

MENTA                    20g

2° TISANA

CARDO MARIANO     60g

CURCUMA (rizoma)   40g

Preparare per infusione: versare 250 ml di acqua bollente su un cucchiaio da minestra di preparato.

Portare a raffreddamento e filtrare. Assumere da una a tre tazze di tisana per il fegato al giorno.

OM SHANTY SHANTYHI

Silvana

Rilassamento Yoga

“Durante gli ultimi cent’anni anni circa, il tipo di vita è molto cambiato. Ciò ha portato ad una dispersione di energie a tutti i livelli. La mente dell’uomo ha perso il punto di equilibrio e di armonia in ogni sfera dell’esistenza. La scienza medica ha messo fine alle grandi epidemie del passato, ma ora siamo di fronte ad una nuova serie di disturbi dovuti allo stress, causato dalla nostra incapacità di adattamento al ritmo altamente competitivo della vita moderna. Tutto questo è causa di tensioni che si ammassano nei diversi strati della personalità e si accumulano nel sistema muscolare, emozionale e mentale.

La filosofia yogica, enumera tre tipi basilari di tensioni che sono responsabili delle sofferenze della vita moderna: le tensioni muscolari, le tensioni emozionali e le tensioni mentali.

Le tensioni muscolari sono in relazione al corpo, al sistema nervoso e a squilibri del sistema endocrino.

Le tensioni emozionali emergono dalle svariate dualità come amore/odio, guadagno/perdita, successo/fallimento, felicità/infelicità. Questo accade perché non siamo capaci di esprimere le nostre emozioni liberamente e apertamente. Spesso ci rifiutiamo di riconoscerle, perciò vengono represse e le tensioni che ne risultano divengono sempre più profondamente radicate.

Le tensioni mentali sono invece il risultato di un’eccessiva attività mentale. La mente è un turbinio di fantasia, confusioni ed oscillazioni. Durante tutta la vita, tutte le esperienze registrate dalla nostra coscienza vengono accumulate nel corpo mentale. Quando siamo tristi, arrabbiati o irritati, attribuiamo spesso tali condizioni mentali ad alcune cause superficiali. Ma la causa che sta dietro al comportamento abnorme dell’uomo, si trova nel cumulo di tensione nel piano mentale.

Molte persone pensano che il rilassamento sia molto semplice, che basti sdraiarsi e chiudere gli occhi. Siete stanchi perciò andate a letto pensando che questo sia rilassamento. Ma se non siete liberi dalle tensioni muscolari, mentali ed emozionali, non sarete mai rilassati. Per potersi rilassare completamente devono essere liberate le tensioni interne del corpo, delle emozioni e della mente. Allora emerge il vero stato di rilassamento. 

Nel rilassamento yoga andiamo ad occuparci di tutte queste tensioni. Sappiamo che se la mente è tesa, anche lo stomaco sarà teso e se lo stomaco è teso, tutto il sistema circolatorio sarà teso a sua volta. Questo è un circolo vizioso di eventi. Le scritture yogiche affermano inequivocabilmente che la pace può essere trovata solo dentro e non fuori.” 

di Swami Satyananda

21 giugno: la giornata internazionale dello Yoga.

All’ incirca due anni fa l’ONU ha accolto con 175 voti favorevoli su 193 la richiesta del premier indiano Narendra Modi di istituire una giornata internazionale dedicata allo yoga, ovvero l’International Yoga Day.

E’ vero che ormai siamo abituati ad avere giornate internazionali di ogni tipo, ma la Giornata Internazionale dello Yoga è veramente importante… e non solo perché è un occasione per divulgare questa straordinaria disciplina, ma perché, come sostiene il premier indiano, vegetariano e assiduo praticante,

…lo yoga può aiutare a sensibilizzare le persone nei confronti dell’ambiente”.

E questo ci riguarda tutti, praticanti di yoga e non.

Secondo Modi, infatti:

[…] lo yoga è un dono inestimabile dell’antica tradizione indiana. La pratica dello Yoga incarna l’unità di mente e corpo, pensiero e azione, moderazione e appagamento, armonia tra uomo e natura, e l’unione tra il singolo individuo e l’infinito. Lo yoga non riguarda solo fare esercizio fisico, ma ci permette di scoprire noi stessi ed il fatto che siamo un tutt’uno con la natura e con il mondo.  Proprio l’unione con il tutto, e quindi con il pianeta e l’universo, dovrebbe spingere l’uomo ad un maggior rispetto di tutto ciò che lo circonda, e questa consapevolezza potrebbe aiutare a risolvere il problema del cambiamento climatico.”

Inoltre, per impedire il tentativo di aziende e/o persone straniere di brevettare o chiedere il copyright sulle pratiche e sulle posizioni di yoga, il governo indiano ha già registrato oltre 1500 posizioni di yoga ed erbe curative in una banca dati del ministero della scienza e della tecnologia (Traditional Knowledge Digital Library, TKDL), che è nata proprio per combattere la bio-pirateria, in particolare per quanto riguarda le piante medicinali.

Quando si festeggia la Giornata Internazionale dello Yoga?

E’ stato deciso che la Giornata Internazionale dello Yoga venga celebrata il 21 Giugno.

La scelta della data, ovviamente, non è casuale… ma niente nello yoga lo è. Il 21 giugno, infatti, è Dakshinayana, ovvero una porta che si apre verso la seconda metà dell’anno, e che è particolarmente favorevole per porre le proprie intenzioni, piantare i semi del cambiamento e purificare il corpo.

In questo periodo dell’anno, a cavallo tra giugno e luglio, e più precisamente nel primo giorno di luna piena (che quest’anno cade il 19 giugno) si festeggia anche un’altra importantissima tradizione, il Guru Purnima, una delle principali feste dello yoga, dalla valenza forse un po’ meno commerciale e moderna, ma più spirituale. In questo giorno, infatti, si rende omaggio al primo guru che ha trasmesso gli insegnamenti dei Veda (antichi inni sacri), il saggio Vyasa, e a tutti i maestri o guru dello yoga.

Il primo giorno di luna piena rappresenta un momento in cui questo pianeta e tutta la vita su di essa sono più ricettivi per l’energia cosmica ed è quindi il momento migliore per la nostra evoluzione spirituale.

Si festeggia la Giornata internazionale dello Yoga con lezioni pratiche in ogni piazza del mondo!


e al Centro Sati si pratica Yoga dalle 17.30 alle 19 con tutte le mamme,
Dalle 18 alle 19 con tutti e dalle 20 alle 21.30 voliamo con lo yoga!


 

L’albero dello yoga: Ahimsā

Il primo modello di comportamento per un praticante di Yoga è chiamato Ahimsā.

L’Ahimsā è molto più di non fare violenza. Significa gentilezza, amicizia, amorevole considerazione per le persone e le cose. E’ una parola su cui dobbiamo riflettere. Non significa solo non mangiare carne o pesce, o non offendere. Significa trattare gli altri con attenzione e considerazione e anche trattare con gentilezza sé stessi.

Se in questa vita abbiamo dei doveri ad esempio la responsabilità di una famiglia, non dobbiamo metterci in situazioni pericolose per noi o che presentino il rischio di impedirci di adempiere ai nostri doveri.

L’Ahimsā è un atteggiamento globale, onnicomprensivo rispetto a ciò che può ferire l’uomo, l’animale, l’ambiente.

Dunque Ahimsâ va ben oltre il concetto di «non uccidere»; bisogna comprendere che la freddezza nella comunicazione ferisce tanto quanto un pugnale, che la crudeltà mentale è una grandissima forma di violenza, così come l’indifferenza, una certa forma infida di ironia, il non saper ascoltare, non voler vedere…

Significa anche difenderci se la nostra vita è minacciata.

Adottare in ogni situazione un comportamento ponderato: questo è il senso dell’Ahimsā.

Lo studio e l’approfondimento via via sempre più coinvolgente delle regole di yama e niyama, di cui Ahimsa fa parte, portano a una sempre maggiore coscienza di sé, del proprio ruolo in questo grande spettacolo della Creazione…e ci si potrebbe trovare coinvolti in un oceano di Verità, di Conoscenza e di Amore.

Om Shanti Shanti Shantihi

 

Pubblicato in yoga

A Sati, Yoga è…

I cinque punti della pratica:

  1. Ahimsa: la non violenza etica primaria dello Yoga. Il praticante yoga ha ben chiaro come l’etica dei comportamenti e la sostenibilità delle nostre abitudini siano alla base del radicale miglioramento di cui ha bisogno la nostra umanità.
    – rispetto per ogni forma di vita;
    – comportamento eco-sostenibile per la salvaguardia della terra.
    Om Kriyam Namah
  2. Alimentazione: una dieta corretta, vegetariana, basata su elementi naturali, facilita la pratica yoga e mantiene il corpo leggero, in salute e più resistente alle malattie.
    Om Vardhanam Namah
  3. Hatha Yoga: lo yoga del corpo purifica e rafforza, rendendo sempre più evidente l’Armonia e la Luce che ci abitano: “Grazia, bellezza, energia adornano il corpo attraverso lo yoga (Yoga Sutra)”
    Om Daksham Namah
  4. Respirazione: Imparare a respirare. Il respiro è Salute, il Pranayama è entrare in contatto con il Prana Universale, energia e fonte di luce per la mente e ispirazione per le nostre azioni.
    Om Ritham Namah
  5. Bhakti: Meditazione, Studio. Praticare regolarmente la Meditazione ci rende più sereni e accresce la nostra conoscenza. Gli scritti dei maestri e le antiche scritture sono fonte di Conoscenza e di pace, aiutano a metterci in contatto profondo con noi stessi.
    Om Anandham Namah

L’unione con il Sé universale è la finalità ultima di tutte le pratiche Yoga.

Yoga e alimentazione: mitahara, la dieta moderata

Quale deve essere l’alimentazione di chi pratica yoga?
Chi pratica lo yoga segue principi dietetici che favoriscono l’equilibrio con alimenti puri e nutrienti, consumati con moderazione.

Lo yoga e l’alimentazione nei testi antichi

Gli antichi testi sullo yoga sono stati scritti in un epoca e in un mondo molto distanti dalla nostra quotidianità; non è più possibile seguire alla lettera le loro indicazioni in materia di alimentazione, ma sono offrono comunque linee guida e spunti molto rilevanti.

Uno dei testi più importanti dell’induismo, la Bhagavadgita, recita così:
“[…] più la dieta è sana e pura e più c’è limpidezza interiore. […] Lo yoga, che pone fine alla sofferenza, è per colui che è misurato nel cibo e nel divertimento […]”.

Un altro testo importante nella letteratura yogica indica una serie di alimenti diffusi all’epoca, adatti a chi voglia praticare yoga con successo:
“I buoni cereali: grano, riso, orzo e sastika (una varietà di riso), latte, ghee (burro fuso e filtrato), zucchero, burro, dolci di zucchero, miele, zenzero secco, il frutto di patolaka (o paravara, una specie di cocomero), le cinque verdure fogliose, ceci verdi ed acqua di pioggia […] sono considerati cibi sani per lo yogi progredito”. (Svatmarama, Hathapradipika)

Acqua di pioggia? Beh, ecco, se noi oggi bevessimo acqua piovana moriremmo probabilmente subito, ma occorre fare un po’ di “tara” alle parole che troviamo nei testi classici. Innanzitutto occorre prestare attenzione al fatto che sono stati scritti molto tempo fa, e in luogo diverso dal nostro: alcuni di questi alimenti non sono reperibili per noi, altri non sono più forse sani come un tempo e altri alimenti che ci sono familiari non sono invece contemplati. Ecco perché è bene cercare di cogliere, fra le righe dei testi classici, il “come” mangiare più che il “cosa” mangiare.

A questo proposito si dichiara: “Quasi tutti i problemi provengono da una cattiva digestione”. Possiamo proseguire dicendo che se è vero, come è vero, che la pratica dello yoga mira alla pace mentale, ecco che una cattiva digestione interferisce e condiziona anche la mente.

Dunque, è meglio mangiare cibi che si digeriscano in fretta, che non lascino troppi residui dopo la digestione e che non impegnino oltremodo il corpo nel meccanismo digestivo (già impegnativo di per sé).

Dietetica o diet-etica? Un’alimentazione vegetariana

Potremmo anche fare nostra la domanda (che proviene da Slow Food, l’organizzazione fondata da Carlo Petrini): “Chiedi al tuo cibo se quello che mangi riflette i tuoi valori”. Be’… certo che se nel mio piatto ho un animale ucciso nella sofferenza tanta pace mentale non sarà presente.

Eccoci arrivati alla prima delle indicazioni che troviamo nel Raja yoga, o yoga di Patanjali: la non violenza (ahimsa)non nuocere è la prima delle dieci “regole” (yama/niyama) da considerare (e cercare di applicare) addirittura prima delle posizioni e della respirazione. Queste indicazioni sono per tutti gli aspetti della vita, alimentazione compresa.

Quando e cosa mangiare dopo lo yoga?

Sarebbe consigliabile mangiare dopo un’oretta, se non diventa troppo tardi, perché magari è sera. Per un sonno migliore e un effettivo riposo sarebbe infatti preferibile non mangiare dopo le 21, e comunque non coricarsi se non sono trascorse almeno 2-3 ore dall’ultimo boccone (pensiamo che la digestione completa di un pasto normale richiede circa 7 ore!).

Il menù ideale dopo lo yogaFrutta, o un po’ di minestrone o yogurt e muesli, in quantità moderatissima.

Cosa mangiare prima dello yoga?

Prima dello yoga è preferibile non mangiare né bere, ma può andare bene un tè due ora prima della pratica. Soprattutto è meglio evitare il caffè, o potrebbe capitare di avere la nausea e accusare la tal posizione.

Le tre qualità del cibo: I tre guna

In generale i testi classici dello yoga contengono indicazioni sui tre tipi di cibo (secondo la loro qualità, o guna, classificazione dell’ayurveda, la medicina tradizionale indiana): sattvici, tamasici, rajasici. Chi pratica yoga dovrebbe scegliere all’interno del primo tipo.

I cibi sattvici favoriscono una mente chiara e luminosa e sono: cereali, verdure, legumi.

I cibi tamasici sono da evitare, essendo difficili da digerire: carni, insaccati, cibi conservati e in scatola, grassi animali, cibi cotti da più di un giorno e riscaldati.

I cibi rajasici sono quelli eccitanti: alcool, caffè, vino, birra, cibi piccanti, ipercalorici, troppo caldi o troppo freddi, tabacco (tutto ciò che introduciamo nell’organismo è cibo).

E sempre quando mangiamo ricordiamo che, secondo la Gheranda Samhita (altro testo di riferimento per chi pratica yoga), lo stomaco dovrebbe essere riempito solo per metà di cibo, per una terza parte di acqua, riservando la quarta parte al movimento dell’aria.

Le qualità spirituali di alcuni cibi

Dopo aver considerato le qualità dei cibi nella classificazione dell’ayurveda, chiudiamo con un’altra classificazione, stilata da niente di meno che Paramahansa Yogananda*, secondo cui certi cibi sviluppano in noi alcune qualità:

  • Mandorle e mieleautocontrollo
  • Barbabietolacoraggio
  • Cerealiforza di carattere
  • Uvadevozione e amore divino
  • Lattugacalma
  • Peretranquillità
  • Riso integralemitezza e dolcezza
  • Spinacisemplicità e innocenza fanciullesca

 

di Cinzia Picchioni
per Sati Yoga

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